Carciofi al forno di Nonna Lilly
PrintIngredienti / Ingredients
- 5 carciofi (tenuti in ammollo per 12 ore)
- 8 cucchiai di pane grattugiato
- 3 cucchiai di grana padano grattugiato
- 2 spicchi d’aglio
- ½ bicchiere di vino bianco secco (se possibile lo stesso vino in abbinamento)
- 1/2 bicchiere d’acqua
- ½ cipolla bianca
- 20 gr di prezzemolo tritato
- 1 tazzina e ½ da caffè di olio d’oliva
- 1 noce di burro
- Sale
- Pepe
Preparazione / Instructions
Preparare i carciofi eliminando le foglie esterne più dure. Tagliare le punte e toglierle all’interno la “barba” dei carciofi, riporli in un recipiente con acqua e limone almeno 12 ore.
Fare il trito di prezzemolo aglio e cipolle. Impastare il trito con il pane grattugiato, un pizzico di sale e pepe.
Aggiungere all’impasto il grana e l’olio, mescolare bene e farcire i carciofi spingendo il tutto all’interno.
Mettere i carciofi in una casseruola, precedentemente unta sul fondo con l’olio e ½ bicchiere di acqua. Sistemare i carciofi ben uniti tra loro e mettere sopra un fiocchetto di burro con una spolverata di grana, sale, pepe e bagnare con il vino bianco.
Coprire la casseruola con un foglio di carta stagnola e mettere in forno a 170° per 40 minuti.
Controllare ogni 10 minuti e prendere il sughetto al fondo per irrorarli e tenere l’umidità di cottura.
Dopo 40 minuti, togliere la stagnola e proseguire la cottura per altri 45 minuti a 160° .
Controllare, e se si asciuga il fondo, aggiungere all’occorrenza acqua tiepida.
Grazie Nonna Lilly, i tuoi carciofi sono eccezionali!
Wine Princess consiglia
Per gustare i carciofi, alimento tra l’altro difficilissimo da abbinare, un vino con una storia particolare, il Timorasso, ora Derthona, antico nome romano della città Tortona, ovviamente originario dei colli tortonesi.
Il produttore, Walter Massa, è ben descritto nel libro di oscar Farinetti (storie di coraggio Mondadori 2013). L’eleganza di questo vino, associata all’incredibile valorizzazione dell’uomo, fanno si che ad una temperatura di 8/10 gradi, si sentano profumi vegetali e agrumati.
La sua sapidità che lascia in bocca la voglia di berne un sorso dopo l’altro, aiuta a pulire il palato dalla grassezza del condimento e allo stesso tempo aiuta a gustare il carciofo nella sua semplicità.
Servito in un bicchiere ampio, e riassaggiato quando la temperatura si sarà alzata, vi darà altre sensazioni, più minerali.
Chi deve berlo? Coloro che sono spaventati dal carciofo nel piatto! Ricordate che Il vino è talmente eclettico che riesce ad abbinarsi a tutto , escluso il cattivo umore!
Quando berlo? a pranzo, nelle prime giornate primaverili. Uscendo dal periodo invernale non si ha ancora voglia di bere vini freschi, e diretti come un vermentino giovane per esempio, il timorasso invece con la sua struttura complessa è l’ideale..
Occasione imperdibile: quando si ha voglia di spiegare ai propri commensali, come un semplice vitigno, il Timorasso, abbia cambiato le sorti di un’area meno fortunata come i colli torinesi. Io lo chiamo un vino che vale il viaggio! Andare a Monleale (Alessandria) ed assaggiarlo è un atto dovuto ai vignaioli della zona, e al nostro piacere!
God save the wine!